Il Cantico 2005 - Suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino

Il Cantico 2005

Il Cantico – Febbraio 2005

L’OMAGGIO DEI TERZIARI FRANCESCANI A SUOR ALFONSA
–  a cura di Nino Rizzo Presidente Regionale Ofs

Il decimo anniversario del dies natalis di Suor Alfonsa Bruno, ancella riparatrice, ha richiamato come ogni anno una moltitudine di fedeli, che ha seguito con intensa commozione la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo di messina Mons. Giovanni Marra; per alcuni nostri terziari questo giorno è diventato un appuntamento tanto atteso e sicuramente da non mancare. 

A distanza di pochi mesi dall’incontro sento vivo il desiderio di parlare di Suor Alfonsa, per farla meglio conoscere a tutta la famiglia francescana a cui l’esemplarità della vita può recare grande beneficio.

Dire che Suor Alfonsa è un modello di francescanesimo equivale innanzitutto a riconoscere quanto prodigiosamente nella sua vita si siano intrecciati, nello slancio d’amore verso Dio e i fratelli, due contrapposti sentimenti; il dolore e la “perfetta letizia”. Nella sua vita si evidenzia come alla sofferenza si univa la gioia di partecipare ai dolori di Cristo per la redenzione dell’umanità; dai suoi scritti emerge chiaramente l’amore verso il Crocifisso, che riempiva la sua vita dandole la forza di sopportare il dolore. 

Nello sforzo di rendersi conforme al suo Sposo, di sublimare la sua esistenza accettò con pazienza le prove più dolore, specialmente dopo la malattia, l’artrite reumatoide, che l’ha costretta a stare su una sedia a rotelle per ben 21 anni. 

Animata da vero spirito riparatore, non solo ha accettato la sofferenza, ma ne ha fatto una fonte inesauribile di doni spirituali. Il suo “credo del dolore” segna l’apice della sua fede nella forza redentrice della malattia quale prova voluta da Dio.

Il dolore sofferto ed offerto come sacrificio di sé, come immersione e abbandono fiducioso in Dio, come purificazione interiore, ha reso suor Alfonsa ricca di saggezza, sensibilità, generosità,  e spirito missionario. Chiunque a lei si avvicinasse era pervaso da ammirazione e incondizionata fiducia. Nel suo programma di vita di ancella riparatrice si era proposta di far conoscere Cristo e donargli quante più anime possibili, accesa da una fede ardente per la loro salvezza. 

Suor Alfonsa chiamava le sue sofferenze i gioielli che Gesù le regalava e che bisognava custodire senza sciuparli, e questo ci ricorda San Francesco che chiamava le sue sofferenze non pene ma sorelle, cosciente che la mortificazione più gradita a Dio è quella di accettare con serenità le malattie. Leggendo gli scritti del nostro serafico Padre, era rimasta colpita dalle sue invocazioni: “Mio Dio, mio tutto… Solo Dio mi basta, ecc…” che manifestavano l’amore infinito di francesco e dei suoi seguaci verso Dio, sommo bene, per il quale si lasciano tutte le cose e si concentrano tutti i desideri in un unico desiderio: il desiderio del Signore. 

Come San Francesco, aveva quale modello la Vergine Maria e fu da Lei ispirata a cantare il suo “Fiat”, animata dalla ferrea volontà di aderire in tutto al progetto di Dio su di lei. Un altro elemento spiccatamente francescano di Suor Alfonsa è stata la vocazione missionaria. San Francesco era convinto che Dio avesse suscitato i suoi frati per l’utilità di tutti gli uomini, fedeli e infedeli, perciò li formò all’apostolato missionario universale, in quanto l’amore non può escludere nessuno, neppure i peccatori o i nemici: “Laudato sì, mi Signore, per quelli che perdonano per lo tuo amore e sustenga infirmitate et tribulacione”.

Suor Alfonsa diceva “Vorrei accendere il fuoco in tutto il mondo, espandere la gioia dell’amore di Dio”.

Come San Francesco accolse sorella morte cantando, così Suor Alfonsa attese serenamente la chiamata del suo Sposo a consumare la sua esistenza in olocausto di amore e di riparazione per la sua Gloria e il bene delle anime. 

Nel proporre Suor Alfonsa quale modello da imitare e presentare da invocare nelle nostre necessità perché con la sua intercessione possa da Dio ottenere glorificazione per sé e bene per noi, voglio ricordare a tutti i Terziari che abbiamo un programma da portare avanti: la pace, frutto dell’amore, armonia con Dio, con sé stessi, con gli altri e con il Creato. 

Lasciamoci consigliare da Suor Alfonsa invochiamo la sua protezione, teniamo presenti i suoi insegnamenti. Lei ha avuto come direttore spirituale e assistenti i Padri francescani, ha avuto accanto all’altare del suo lettino i nostri Frati, ha confortato tanti Terziari.

Non tutti abbiamo avuto il privilegio di conoscerla in vita, ma tutti abbiamo l’occasione preziosa di sceglierla come protettrice nostra e di tutto l’Ofs che in questi momenti ha tanto bisogno della sua assistenza. 

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