Omelia XXIII Anniversario - 23 Agosto 2017 - Suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino

Omelia XXIII Anniversario – 23 Agosto 2017

Padre Pietro Scolaro

Omelia XXIII Anniversario a cura di Padre Pietro Scolaro

Sia Lodato Gesù Cristo.

Carissimi fratelli e sorelle, 
nella fede ho accolto con gioia l’invito che mi è stato rivolto a presiedere questa Eucarestia. Con gioia e trepidazione nel celebrare questa Eucaristia in cui insieme eleviamo al Signore il nostro grazie per il dono della Chiesa e della Santità nella Chiesa.

C’è un’espressione nel Vangelo che tante volte mi è capitato di riflettere, di meditare

“…quando il Figlio dell’Uomo tornerà sulla terra, troverà la fede?”

Dinnanzi a questa domanda credo che nel cuore scaturisca il “Si”, perché ci saranno altri fratelli e sorelle, come Suor Alfonsa, che con coraggio doneranno la loro vita al Signore. Questo non vale solo per gli altri, ma per ciascuno di noi.

L’occasione del XXIII Anniversario del Pio Transito della Serva di Dio è un’occasione di grazia per tutti noi e per la nostra Chiesa Diocesana.

Ringrazio la Madre Generale per il saluto. Ringrazio tutte le suore, i parenti di Suor Alfonsa, tutte le Associazioni legate alla Congregazione, a Suor Alfonsa. E grazie a tutti voi, perché insieme facciamo corona a Suor Alfonsa che dal cielo gioisce ed esulta insieme con noi. Lei che contempla il volto del Signore ed intercede per il nostro cammino sia di vita che di fede. Sono tante le occasioni ed i motivi per cui oggi dobbiamo dire grazie al Signore. Suor Alfonsa è un motivo.

Ma come ricordava la Madre Generale, anche i 100 anni dall’apparizione di Fatima, da cui anche Monsignor Celona e tutta la Congregazione prende l’avvio per il Carisma della Riparazione, perché è questo che Maria a Fatima, ha ricordato ed ha chiesto ai pastorelli: il pregare, l’offrire la propria vita e i nostri sacrifici per la conversione dei peccatori e per riparare il cuore di Cristo da quelle offese, che ancora oggi, ciascuno di noi col nostro peccato, infliggiamo al Signore; in un mondo ed in una società dove non si conosce più il peccato, dove abbiamo perso il senso del peccato, dove tutto è lecito. Ed invece ecco come il peccato diventa rottura della Comunione di grazia con Dio. Ma anche dinnanzi alla fragilità del peccato ecco come il Signore mai ci ha abbandonati, ma ci dona la grazia dei sacramenti della Chiesa. Ecco come i 100 anni dalle apparizioni di Fatima diventano anche per noi un’occasione per evangelizzare innanzitutto il nostro cuore, per vivere quella fede, per vivere quella carità con cui Suor Alfonsa ha vissuto tutta la sua vita, nella gioia e nella prova. E’ rimasta ferma e salda nella fede e nell’amore in Gesù Risorto. 

Cento anni da Fatima, 100 anni dall’inizio della Congregazione, il riconoscimento delle virtù eroiche del Venerabile Monsignor Antonino Celona, del Fondatore. 

Questa Celebrazione, mi confesso in pubblico, mi ha portato indietro nel tempo perché quando Padre Tonino mi ha telefonato e mi ha rivolto questo invito da parte vostra, ho detto subito “si” con gioia. Ma mi ha riportato indietro agli anni del Seminario. Sono entrato in Seminario nel 1998.

Perché mi ha riportato indietro?

Primo per la presenza delle suore nel Seminario. Ho rivissuto quegli anni, dove accanto al cammino formativo di noi giovani c’erano le Ancelle Riparatrici. Come non ricordare Suor Viviana, Suor Ercolina e tutte le suore che hanno dato la vita per il nostro Seminario. Diventa l’occasione, anche per me, di dire grazie alle suore, per quello che hanno fatto. Una figura silenziosa ed attenta, una figura materna; accanto a noi, giovani seminaristi, erano un punto di riferimento per dialogare. Ci accompagnavano nel nostro cammino come delle madri che si mettevano accanto a noi e ci aiutavano a crescere innanzitutto nella fede e nella santità della vita. 

Ringrazio Suor Alfonsa, uso un termine ma prendete il lato buono del verbo, perché mi ha costretto ad imparare a conoscerla di più, perché intanto in Seminario, è lì che ho sentito parlare di lei, vedere i testi, qualche immagine sua, leggere qualche libro. E non vi nego che da subito ciò che mi ha colpito, e mi ponevo tante domande, era vedere una suora seduta nella sedia a rotelle con il sorriso. Mi sono sempre chiesto “come fa?”; visto che la nostra esperienza umana ci porta, dinnanzi anche ai nostri mal di testa, a lamentarci, a rinnegare Dio o a non credere nella Sua presenza dinnanzi alle prove che la vita ci offre. Forse ora ho capito che ho sbagliato a pormi la domanda sul “Come”, dovevo chiedermi “perche?”. Il perché mi porta nel cuore del Mistero di Dio. Quel perché mi aiuta a comprendere l’Amore di Dio. 

Suor Alfonsa riusciva a sorridere perché credeva nell’Amore di Dio, perché sentiva la presenza forte di Dio nella sua vita, anche nel momento della prova, sapeva di non essere sola ma di avere il Signore accanto a se che gioiva e soffriva con lei. Sapeva di avere accanto la Vergine Maria che lei ha tanto amato come madre. Sapeva di avere accanto la sua famiglia religiosa e tutti quei fratelli e sorelle che le sono stati accanto e che da lei avevano un sorriso. Che è il dono più bello. Oggi noi abbiamo difficoltà a riconoscere i nostri doni. I doni che Dio ci ha dato. Puntiamo l’attenzione sui carismi eclatanti, dimenticando che i doni si manifestano nella semplicità della vita. E Suor Alfonsa ha ricevuto il dono più bello che è il sorriso. Il sorriso dinnanzi alla prova. 

Perché Suor Alfonsa ha accolto il Signore ed ha donato quotidianamente il suo “Si”?
Perché giornalmente nella sua preghiera faceva la scelta di Cristo.

Una delle cose che ricordo del mio cammino formativo in seminario è proprio questo: spesso ci veniva ricordato che per un cristiano, in generale per noi sacerdoti, per le nostre suore non basta dire “si” al Signore solo una volta nella vita; perché noi tante volte siamo quei cristiani convinti che abbiamo detto si al Signore, forse il giorno in cui abbiamo iniziato  il nostro cammino di conversione, ed invece il Signore ci chiede un Si quotidiano. La prima cosa che dovremmo fare al mattino unitamente alla preghiera è dire “Signore anche oggi io Ti scelgo.  Ti scelgo come Signore della mia vita, nella gioia e nelle prove perché so che mi sei accanto, che mai mi abbandoni”. Credo che il segreto di Suor Alfonsa sia stato aver detto ogni giorno “Signore sono tua. Nella gioia e nella prova. La mia vita è nelle tue mani. Il mio cuore è tuo e ti appartiene”. E’ questo il segreto dei nostri santi, ma non deve riguardare soltanto loro. Deve riguardare ciascuno di noi. Suor Alfonsa ha cercato ogni giorno il Regno di Dio. Quel Regno di Dio, di cui anche oggi il Signore ci ha parlato nel Vangelo attraverso la parabola. Ma sul Regno dei Cieli abbiamo meditato alcune settimane fa, nella Liturgia domenicale, quando il Signore ha usato altre parabole, il contadino che trova il tesoro, il mercante di perle che scopre la Perla Preziosa. Entrambi vendono tutti pur di averLo.

Papa Francesco, commentando quel brano, scrive che il Regno dei Cieli possiamo scoprirlo in maniera inaspettata. A me piace usare l’espressione di Padre Cantalamessa “La conversione è la rivoluzione del cuore”. Io posso dire di aver intrapreso un cammino di conversione quando mi accorgo che nella mia vita il Signore ha fatto rivoluzione, cioè ha cambiato la mia vita. Il Signore Gesù viene a parlare a ciascuno di noi. Può venire in maniera inaspettata come nel caso del contadino. Il contadino che fa ogni giorno il suo mestiere e mentre sistema il campo trova il tesoro. Lascia tutto, vende tutto e lo compra. Il mercante di perle lo fa per mestiere. Nel cercare le perle ne trova tante ma trova quella preziosa e vende le altre per avere quella. Il tesoro, cari fratelli e sorelle, sta nella fede in Gesù Risorto, il nostro unico tesoro è Cristo. E come ci ricorda la Scrittura

“…cercate il Signore mentre si fa trovare. Invocatelo mentre è vicino”.

Il Signore sempre si lascia invocare. Il Signore sempre è vicino a ciascuno di noi. Una delle espressioni della Scrittura che ci danno pace e consolazione, un’espressione che Suor Alfonsa ha vissuto nel suo cuore, “non temete”.

Quante volte il Signore nella Sua Parola dice “non temete”?

Il Signore lo sta dicendo agli apostoli che da lì a poco avrebbero dato la vita per il Vangelo. Attraverso di loro, il Signore sta parlando a noi che abbiamo accolto il Vangelo nel nostro cuore. Se noi memorizziamo questa espressione nel nostro cuore come Suor Alfonsa, forse avremmo la forza di riscoprire la bellezza del sorriso, della gioia. E la gioia per noi cristiani è Cristo.

Oggi il Signore, sempre parlando del Regno dei Cieli che è presente in tutta la predicazione, ci presenta altre parabole come il padrone della vigna che assume operai e pattuisce una ricompensa. Alla fine della giornata il padrone si sente libero di dare la stessa paga agli operai dell’alba ed agli operai del pomeriggio. Da a tutti lo stesso amore, perché Dio non fa preferenze, perché siamo figli. Il Signore ci ha insegnato, nella preghiera, a dire Padre Nostro perché ci unisce tutti. Gli operai non comprendono il cuore del padrone della vigna ed iniziano le critiche, le mormorazioni, le gelosie. 

La parabola di oggi ci parla della giustizia e c’è una differenza tra la giustizia umana e la giustizia divina. Nella giustizia Divina è immanente presente la Misericordia. Ecco perché la giustizia non è la giustizia umana. Nella giustizia di Dio c’è l’Amore. Oggi, noi viviamo in una società dove siamo sempre pronti ad avere le pietre in mano per gettarle sugli altri. Dinnanzi ad una situazione reale, oggettiva di peccato, lì c’è la Misericordia di Dio. Il pentimento, il rimedio e l’impegno di vivere nella pace e dunque vivere nella comunione con Dio. 

In queste settimane, pensando a Suor Alfonsa ed alla sua ricerca del Regno dei Cieli, ho voluto sintetizzare quei tratti di Suor Alfonsa che possono aiutare me, che possono aiutare noi, nel fare lo stesso cammino di fede, di Amore e di Santità nella Chiesa a servizio dei fratelli. 

Mi sono permesso di sintetizzare la spiritualità e la sua esperienza vocazionale in tre punti.

Suor Alfonsa per noi è un invito alla Santità
Suor Alfonsa donna che ha vissuto lo spirito delle Beatitudini evangeliche
Suor Alfonsa religiosa che crede al dolore, mi permetto di aggiungere perché ha creduto alla vita. 

Perché crede alla vita Eterna. Perché ha fatto la scelta di Cristo nella sua vita. Perché ha abbracciato la croce. Ha fissato lo sguardo su Gesù Risorto unico suo Salvatore. Credeva alla vita come dono di Dio che va vissuto ogni giorno con forza in una società, cari fratelli e sorelle, dove noi non apprezziamo la vita. L’uomo si ritiene padrone della vita sua e degli altri. E invece noi, siamo testimoni responsabili della vita, perché è dono prezioso di Dio. 

Suor Alfonsa per me, per noi, è esempio di fede, di perseveranza e di umiltà. Suor Alfonsa è un invito alla Santità, perché lo stesso cammino dobbiamo viverlo ciascuno di noi. La vocazione è quella battesimale. E’ vero che nel Battesimo diventiamo figli di Dio, ma è anche vero che nel Battesimo Gesù mi chiede di diventare santo ogni giorno della mia vita. E lo dice a tutti. La santità non è riservata, altrimenti la domenica nella professione del Credo non diremmo “credo la Chiesa una, santa e cattolica”. Suor Alfonsa ha creduto in questa santità che è dono di Dio, che appartiene a Dio. Ecco come ha scelto di vivere la sua vita e la sua vocazione, affidando tutto e mettendo tutto nelle mani del Signore. “Siate santi” dice il Libro del Levitico “perché Dio è Santo”. “siate perfetti” dirà Gesù nel Vangelo di Matteo “perché il Padre vostro è Perfetto”.

I miei parrocchiani, che sono numerosi questa sera a questa celebrazione, sanno che spesso, non nella Liturgia, ma nelle catechesi e nella mia preghiera personale, mi piace in alcuni versetti del Vangelo sostituire al come il perché. Quando preghiamo il Padre Nostro “rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo” noi ragioniamo con il “come” che è il nostro metro di misura. Ma se tolgo il come e metto il perché arrivo al cuore del Mistero di Dio. Io devo perdonare perché Dio mi perdona, perché è Amore.

Cari fratelli, il Signore a differenza nostra, tutto ciò che è suo lo condivide con noi. Noi siamo riservati in questo. Dio ci rende partecipi della Sua Santità. Giovanni ci dice che Dio è Amore e il suo Amore ogni giorno viene riversato nei nostri cuori. Dio è pace e dona la pace ai nostri cuori. Dio è Misericordia eppure noi di questa Misericordia facciamo ogni giorno esperienza. 

Suor Alfonsa è un invito alla Santità, e come direbbe Giovanni Paolo II “la santità non passa attraverso cose straordinarie”. Noi oggi pensiamo che per diventare santi dobbiamo spostare montagne o fare miracoli. Invece Suor Alfonsa ci insegna che per diventare santi bisogna vivere la vita di ogni giorno in modo straordinario. E il modo straordinario è vivere tutto come Dio. Lei lo ha vissuto secondo il cuore di Cristo anche quando il Signore le ha chiesto di abbracciare la croce. Lei ha detto si. Suor Alfonsa è stata ed è straordinaria perché ha saputo cogliere il mistero di Dio. 

Suor Alfonsa è donna delle Beatitudini. La parola beati ci ricorda la benedizione. Lei ha accolto e vissuto le benedizioni di Dio. E quelle caratteristiche che appartengono a Dio, lei le ha fatte sue. 

Quando ero seminarista, sentivo parlare alcuni confratelli che hanno avuto la fortuna di conoscere Suor Alfonsa, di vederla in Chiesa seduta in un angolo, col sorriso, pronta a parlare, a dare una parola per tutti. E mi raccontavano, come nel suo silenzio e nella sua preghiera aveva una parola per tutti. Dava coraggio a tutti, non ha mai messo se stessa al centro, ha sempre messo Dio e gli altri. E’ questa la sua vocazione religiosa. Lei ha riparato. Lei ha raccolto bene il carisma del fondatore. Ha fatto della sua vita la Riparazione. Suor Alfonsa è segno di fede, perseveranza ed umiltà. 

Suor Alfonsa è come la donna cananea che grida, non ha paura. Forse Suor Alfonsa si è anche chiesta il perché del silenzio, a volte, di Dio. Ma attraverso quel silenzio, abbiamo colto come il Signore mette alla prova la mia fede. Non è indifferenza.

Suor Alfonsa ha abbracciato la Croce di Cristo, e come Paolo anche lei ha detto “io predico Cristo” ha fatto della sua croce l’oggetto del suo impegno, del suo donarsi agli altri, come Maria si è posta ai piedi della Croce e non è mai fuggita, l’ha accolta, l’ha vissuta, l’ha amata, l’ha annunciata, l’ha testimoniata con il suo impegno. E per noi oggi è modello. Noi dobbiamo dire grazie al Signore perché l’ha donata alla Chiesa, alla Congregazione, a ciascuno di noi. Il cristiano, quando vive la prova, ha l’occasione di rivedere il suo cuore e la sua fede. 

Voglio concludere elevando il grazie a Dio per tutti i Suoi doni ed oggi per Suor Alfonsa.

A Suor Alfonsa, che dal cielo intercede per noi, chiediamo di guidare il nostro cammino di vita, di fede. Di pregare per la congregazione, perché tanti giovani sentano nel cuore il desiderio, il carisma di donare la loro vita a Cristo ed alla Chiesa in quel servizio umile, silenzioso con cui anche lei ha vissuto per essere nella Chiesa l’Amore. Impariamo ad essere nel mondo il segno credibile dell’Amore di Dio. Credenti e credibili. E lasceremo anche noi quel segno indelebile che nessuno potrà mai cancellare.

Sia lodato Gesù Cristo. 

Messina, 23 Agosto 2017

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto