a cura del CARDINALE SALVATORE DE GIORGI
DEGNA ANCELLA RIPARATRICE
L’apertura di un nuovo processo di beatificazione e canonizzazione è sempre motivo di rinnovata gioia per la fioritura della seminagione divina nel campo della Chiesa e della storia dell’umanità, per opera continua dello Spirito Santo.
Pertanto l’inizio dell’iter canonico del processo della Serva di Dio suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino della benemerita congregazione delle suore Ancelle Riparatrici del SS. Cuore di Gesù, fondata dal canoni Servo di Dio Antonino Celona, del quale quest’anno si celebrano i 50 anni del suo “pio transito”, non può non essere motivo di rinnovata speranza per la Chiesa che vive ed opera nell’isola di Sicilia al soffio dello Spirito Santo che fa “nuova la faccia della terra” e che addita la santità come meta di ogni battezzato.
Tutti, secondo lo stato di vita che ci è proprio, siamo chiamati ad una vocazione di santità e, in base ad essa, ci dobbiamo caratterizzare nel mondo. Ognuno in forza dei doni ricevuti e delle proprie funzioni deve, senza indugi, avanzare per la via della fede viva, la quale accende la speranza ed opera per mezzo della carità. La chiamata alla santità si realizza nella ecclesia: “Tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito, perché formassimo un solo Corpo” (cfr. 1 Cor. 12,13).
La vita cristiana è un dinamismo in continua crescita verso la meta, essa già su questa terra si realizza nell’essere adulti in Cristo, ma pone la definitiva maturità cristiana nella pienezza della comunione con Lui nell’eternità.
E’ qui che prende piena luce la realtà umana, nella sua libertà e responsabilità, al fine di una presa di coscienza adulta di ciò che veramente si è. L’appello di Leone Magno: “Riconosci, o cristiano, la tua dignità”, è un monito che interpella la vita di ciascun battezzato.
Pertanto sono lieto di porgere i miei auguri di buon lavoro ai membri del Tribunale ecclesiastico e della Commissione storica, nominati da S.E.R. mons. Giovanni Marra, arcivescovo di Messina – Lipari – S. Lucia del Mela e archimandrita del SS. Salvatore, ai quali è affidato il compito impegnativo, serio e coscienzioso di discernere la valenza della santità della Serva di Dio e di raccogliere tutti i possibili documenti e la griglia delle varie testimonianze di valida credibilità, per attestare le virtù eroiche della stessa.
Indirizzo in particolare all’intera famiglia riparatrice un cordiale ed affettuoso augurio e le mie congratulazioni per i risultati positivi raggiunti con l’espansione in Italia, negli USA, in Brasile, in Costa d’Avorio, ed in Polonia del carisma della Riparazione proprio del loro Istituto e vissuto con originalità ed esemplarità dalla loro sorella possibile candidata alla santità canonizzata.
Per l’intera congregazione delle Ancelle Riparatrici questo evento di grazia è un “dono” per continuare il rinnovamento interiore, ma anche tempo e luogo per discernere la volontà di Dio che si rivela nella storia ed è questa volontà di bene che deve spronare tutte le suore a guardare con fiducia e coraggio questo nuovo millennio per rispondere alle attese della Chiesa e del mondo. Questa ulteriore spinta che la Provvidenza vi fa sperimentare sia valorizzata per disporvi a ricercare insieme nuovi e significativi modi di servizio, di donazione, di testimonianza, secondo il dono-spiritualità del vostro Fondatore e incarnato dalla risposta luminosa della vostra amata suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino, morta in fama di santità per le sue virtù, il suo spirito di preghiera, di sacrificio e di dedizione totale al bene delle anime.
Suor Maria Alfonsa costituisce infatti una limpida testimonianza della fecondità del carisma dell’Istituto con cui lo Spirito Santo ha voluto continuare a beneficare ed arricchire la Chiesa. La proposta suggestiva della sua esperienza evangelica, dentro l’originale solco del carisma della Riparazione, sia un esempio per il presente, così da preparare un futuro in cui risuoni sempre più chiaro l’annuncio dell’amore di Dio in Cristo.
Piace ricordare alcune espressioni di suor Maria Alfonsa che rivelano la finezza delle sue intenzioni e l’intensità del suo amore per l’Istituto e mostrano come il suo cuore e la sua mente si maturavano nel Cuore di Gesù, nella cui contemplazione, non solo sentiva, ma si ispirava continuamente. Il suo itinerario spirituale, straordinariamente colmo di gioie spirituali, non era che un movimento costante dal cuore di Cristo al cuore dell’umanità: “La sublimità della Riparazione è stata scolpita sul mio cuore ed è bello morire con il cuore pieno di gioia nell’avere sofferto per l’opera della Riparazione. A voi Superiore e Sorelle vi ho voluto tanto bene, è stato tanto grande da offrire la mia vita per voi. Da qui questo bene lo tramuterò in supplica al Padre Celeste, perché siate benedette e viviate del meraviglioso ideale della Riparazione”.
La Serva di Dio accolse in sé senza riserve il Signore Crocifisso che divenne per lei l’insostituibile paradigma dei pensieri, dei desideri e delle azioni: “Solo Tu Crocifisso mio hai riempito la mia vita”: il centro di gravitazione del suo essere e del suo agire, il punto di riferimento assoluto della sua vocazione e missione. Da questo centro, origine e punto focale di ogni energia e dinamismo interiore, si sprigionava quell’amore che, come calamita, l’attraeva: Dio, le anime. Per questo si pose alla sequela esigente di Cristo e della sua vita umile, povera, casta, obbediente… e riparatrice sino alla morte di croce. Suor Maria Alfonsa indicò a tutti nella croce di Cristo il sostegno indispensabile per attraversare senza timore il mare tempestoso dell’esistenza.
E’ indiscutibile che la missione alla quale fu chiamata riveste un carattere eccezionale. A missione eccezionale risponde carisma straordinario per compierla. Esso non consistette in una o più virtù vissute, ma in un dono totalizzante che qualificò la sua vita nelle sue multiformi espressioni. La caratteristica di suor Maria Alfonsa fu il carisma della Riparazione inteso come amore che penetra nella profondità del suo mistero e si apre al mondo intero. Resa trasparente dalla grazia per lasciare vedere l’Amore, si donò senza riserve a questo ideale.
Augurando il felice esito del processo canonico per ricostruire la personalità e la santità della Serva di Dio, attendiamo fiduciosi in spirito di obbedienza l’esame valutativo della Santa Madre Chiesa.
Palermo, 15 Marzo 2002