L'Osservatore Romano - 2004 - Suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino

L’Osservatore Romano – 2004

Monsignor Ignazio Cannavò arcivescovo emerito di Messina
TESTIMONIANZA PERPETUA PER LA TOTALE DEDIZIONE ALLA REDENZIONE DELL’UOMO
a cura di Mons. Ignazio Cannavò

Quanti hanno avuto la grazia di conoscere suor Maria Alfonsa delle Ancelle Riparatrici del Sacratissimo Cuore di Gesù seguono con viva partecipazione il cammino verso la sua glorificazione da parte della Chiesa. Della Serva di Dio ricorre in questi giorni il X Anniversario del distacco da questa vita terrena per la patria beata. Era la meta da lei ardentemente desiderata, non per dar fine alle grandi sofferenze fisiche – che considerava “dono di Dio” – alle quali fu sottoposta la sua esistenza nel tempo (33 anni di malattia), ma per “maturarle” con la morte e proseguire in cielo la continuata offerta di se stessa al Padre, in riparazione per il mondo, in cui l’offesa di Dio o la sua dimenticanza sono purtroppo una dolorosa costante, ad imitazione di Cristo ed accanto a Lui, che si presenta al Padre in cielo glorioso, ma con il segno delle piaghe della passione, testimonianza perpetua della sua donazione totale alla redenzione, per la quale visse e patì la sua incarnazione dal primo istante alla consumazione sulla croce, a cui seguì, nella mattina di Pasqua, la glorificazione. E così passione e glorificazione diventarono, per quanti si sarebbero accostati a Lui nel corso dell’esistenza nel tempo, spinta a continuarle, quasi per completarle, come dice con forte e misteriosa espressione San Paolo nella Lettera ai Colossesi (1,24)

<<…sono lieto delle sofferenze che sopporto e completo nella mia carne a quello che manca ai patimenti di Cristo a favore del suo corpo che è la chiesa>>. 


La serva di Dio suor Maria Alfonsa si pone tra i tanti, uomini e donne che nel corso dei secoli si sono generosamente uniti a Cristo per la riparazione dei peccati e quindi per la glorificazione del Padre.

Fu questa la chiamata che Gesù le rivolse con un gesto di predilezione infinita? Vuoi venire dietro a me prendendo la croce per te preparata e seguirmi sulla via del Calvario fino alla crocifissione? Vuoi diventare partecipe della mia passione redentrice, non come chiedo a chiunque voglia seguirmi, ma a quanti in modo speciale scelgo per una più piena conformazione a me, sono alla identificazione, con un amore totale, che solo in quello sponsale trova un’immagine adeguata?

Era concretamente la chiamata a far parte dell’Istituto delle Ancelle Riparatrici, fondato in Messina dal Servo di Dio mon. Antonino Celona, che non ebbe solo l’ispirazione a far nascere questa benemerita Congregazione religiosa, in cui si vive il carisma della riparazione, ma fu chiamato egli stesso a farne la sua vita, in una situazione terribilmente logorante di opposizioni, esclusioni, sospetti, contrasti…, per i quali, appunto, egli per primo visse quel carisma che offriva alle sue figliuole, che numerose sin dalla fondazione entrarono a far parte generosamente di quella nuova presenza di vita consacrata che veniva da lui proposta. 

Due figure singolari, tanto vicine nel vivere e testimoniare il carisma della riparazione, se pur lontane nel tempo e nel modo con cui Dio chiamava l’uno e l’altra ad attuarlo. Il Celona lo visse sul piano della sofferenza morale, ponendo le basi dell’Istituto e formulandone con grande ricchezza, anche dottrinale oltre che pratica, le linee portanti della spiritualità riparatrice. Suor Maria Alfonsa è stata il fiore più bello nato nel giardino della riparazione, a non molta distanza dalla morte del fondatore, sul piano della sofferenza soprattutto fisica, quasi a confermare visibilmente la bontà del carisma e la felice intuizione del fondatore, perché fosse fatto proprio da tante altre persone, in un pullulare di fondazioni, in forme canoniche o solo pratiche, ancora non del tutto esaurite!


Conosco l’Istituto e le sue vicende, ho aperto e chiuso il processo informativo diocesano del fondatore, ho conosciuto suor Maria Alfonsa, perché per molti anni vescovo della Chiesa di Messina. I miei sentimenti sono di sentita gratitudine per l’opera delle Ancelle Riparatrici, ormai diffusa in tante parti del mondo, ma tuttavia fruttuosamente operanti nel luogo della fondazione. E ne glorifico il Signore con l’espressione propria dell’Istituto:

“Magnificate Dominum Mecum”!

Ma sono anche sentimenti di viva gratitudine al Signore per aver avuto la grazia di avvertire ancora vivo il ricordo del santo Fondatore dell’Istituto, e per aver constatato la bellezza ed il profumo delle virtù di quella piccola suora, suor Maria Alfonsa: la si vedeva in una sedia a rotelle, nella Chiesa di Gesù Sacramentato, cuore della Casa madre dell’Istituto, in raccoglimento, non lontana dal tabernacolo, cioè dallo Sposo divino al quale andavano tutti i fremiti del suo cuore di adoratrice e di riparatrice, dal quale si staccava il suo sguardo fisico, sempre sorridente, solo per comunicare quei sentimenti a chi le si avvicinava per averne una parola di conforto nella sofferenza o per riceverne un’esortazione a vivere nello spirito della riparazione. Tanti e tante… e il numero va crescendo come si constata ogni giorno e soprattutto in ogni celebrazione della serva di Dio!


Essa vi rimane spiritualmente, vigile custode e testimone di quel carisma che esercita ancora in cielo, con lo sguardo rivolto non più alla presenza sacramentale di Gesù riparatore, ma a quella glorificata, pur con i segni della passione. Mentre noi attendiamo fiduciosi il desiderato riconoscimento della sua santità da parte della Chiesa, a gloria di Dio ed edificazione del Regno di Gesù in terra, che ha tra le sue dimensioni essenziali quella della riparazione. 

Aci S. Antonio (CT), 29 Luglio 2004

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