Presentazione "Petali di fiore 3" - Suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino

Presentazione “Petali di fiore 3”

Mons. Calogero La Piana
Arcivescovo di Messina – Lipari – S. Lucia del Mela
Presentazione “Petali di fiore 3 – Al centro di tutto l’amore” a cura di Mons. Calogero La Piana

Questa monografia che va ad arricchire la Collana “Petali di fiore” pubblicata a cura della Postulazione della Causa di beatificazione e canonizzazione della SdD suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino per diffondere ed approfondire la conoscenza della vita e della spiritualità di questa “degna figlia” della Riparazione, ha il pregio della immediatezza per la freschezza, la chiarezza e l’incisività del linguaggio; le parole, scritte con convinzione ed affetto, fluiscono vivaci e convincenti per cui la lettura coinvolge da subito e l’opuscolo, scritto col desiderio di scandagliare con il cuore di donna un altro cuore di donna, sortisce gli effetti per cui è stato pensato e realizzato: essere un invito a riflettere con calma per pervenire, ci si augura, ad un momento di meditazione e di preghiera da cui può scaturire il desiderio di imitare Alfonsa o meglio l’aspirazione di entrare nella sua frequenza d’onda per trovarsi, tramite lei e con lei, in sintonia con Dio. 

La professoressa Nuccia Fucile non scrive per commissione né parla per sentito dire, ex allieva delle Ancelle Riparatrici e socia dell’associazione laicale Sentinella di Corte di cui è stata più volte membro di Governo, scrive e parla di chi e di ciò che ha conosciuto, conosce ed ama; veramente “la bocca parla dalla pienezza del cuore” (Mt 12,34), per cui l’autrice, mentre scandaglia il cuore della Serva di Dio, in realtà scandaglia anche il suo cuore attraverso cui filtra le sensazioni, le impressioni, le decisioni, i desideri… tutte le risorse del cuore di Alfonsa, non cade, però, nel sentimentalismo, non fa un transfert; ma, avviene che due donne, direttore d’orchestra lo Spirito, sintonizzandosi sui tempi di Dio, premendo in contemporanea sui tasti dell’umano e del soprannaturale, eseguono una “suonata a quattro mani e due cuori” e senza prevaricazioni o invasione di campo, ma realizzando una totale fusione e diventando un solo cuore, traggono un’unica armoniosa melodia e ciò che emerge alla fine, oltre all’azione di Dio, è quel “genio femminile” tanto considerato  ed esaltato  dal SdD Giovanni Paolo II che ha come struttura portante l’amore ricevuto e donato di cui non solo la famiglia ma anche il mondo della cultura, della politica, le istituzioni nazionali ed internazionali e la Chiesa stessa hanno bisogno. 

L’opuscolo, il cui scopo è non teorizzare sulla Carità bensì parlare di una Carità incarnata, trasuda, così, di tenerezza e di femminilità, l’autrice senza cedere al manierismo o all’apoteosi ad ogni costo, con intelligenza e metodo scientifico, si sente l’impronta dell’insegnante, conduce il lettore per la mano e lo guida per i meandri dello spirito con naturalezza e leggerezza, la salita verso le alte vette non sfibra, non toglie il fiato, ma è un cammino a tappe: la scansione a capitoli brevi, monografici, sganciati dalle sequenze temporo-spaziali, con pause di riposo e di ristoro quali il costante riferimento alla Parola di Dio, agli insegnamenti del Magistero ed ai pensieri della Serva di Dio. Queste citazioni, infatti, non disturbano, non interrompono la lettura, anzi, come perle preziose si incastonano nel contesto e, di volta in volta, lo avallano, lo avvalorano, lo impreziosiscono.

In un variegato scenario mondiale in cui tutto ciò che dà significato alla vita, tutti quei valori per cui vale la pena vivere sembrano ignorati o abbandonati in nome di un effimero che può dare a volte solo futili emozioni abbiamo, così, l’opportunità di seguire l’excursus di una esistenza “normale” che diventa straordinaria non per gli eventi di cui è costellata, ma per l’amore di cui è impregnata in un crescendo che non conosce soste; una vita che scorre come tante altre, un percorso di vita come tanti, diventano così una vita, un percorso di santità per la generosità della risposta d’amore con cui, di volta in volta, “la protagonista” aderisce alla volontà di Dio, suor Maria Alfonsa, infatti, ha saputo dire sì all’Amore, ha permesso all’Amore di prendere possesso di lei, si è lasciata espropriare, riempire, trasformare perché l’Amore trasforma l’Amato nell’Amante: “sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Galati 2,20), in riferimento all’anno paolino appena trascorso ed in questo contesto la nota affermazione dell’Apostolo è più che mai attuale!

E’ il miracolo dell’Amore di cui non si finirebbe mai di parlare ed è di questo Amore che suor Maria Alfonsa rende testimonianza perché, come afferma l’autrice, dal momento in cui Ella ha incontrato Cristo, ha agito sempre per amore e solo per amore; lo Spirito l’ha illuminata e le ha dato quella conoscenza, quelle grazie necessarie perché, crocifissa insieme all’Amore Crocifisso, vivesse un abbandono totale basato non su uno sterile sentimentalismo ma su una certezza fondata sulla fede generatrice di speranza e d’amore; la sua è, quindi, “una vita che si lascia interiormente plasmare e concretamente trasformare dall’azione divina dello Spirito. Una vita che, vivendo il comandamento, è intessuta di carità e che per tale motivo diventa segno e testimonianza dell’amore di Dio per il mondo” (Cfr. Calogero La Piana, Lettera pastorale “Risplenda la vostra luce” essere trasparenza luminosa di Cristo, pag. 28) perché non ci può essere vero amore verso Dio senza amore verso il prossimo e d’altra parte un amore verso gli altri che non fa riferimento a Dio, un amore fine a se stesso sarebbe un’azione egocentrica, un’esaltazione del proprio operato, del proprio io invece che dono di sé; Alfonsa che mette al centro di tutto l’Amore, che contempla il volto dell’Amato con occhi di vera innamorata e in esso si specchia sforzandosi di riprodurlo, diventa, così, trasparenza luminosa di Cristo, Vittima di amore e di Riparazione come il suo Signore nel dono di se stessa a Dio ed attraverso di Lui ai fratelli, al punto che, aggredita da una malattia che lei considera non una condanna ma bensì un dono, un privilegio perché assimila lei, anima riparatrice, al Servo Sofferente, suo Sposo, mentre il suo corpo è inchiodato alla sedia a rotelle, la sua volontà è libera di spendersi per Dio e per le anime, il suo cuore è libero per amare… chiunque la incontrava, faceva esperienza di questa sua capacità di amare perché la sorgente era l’Amore: “solo chi incontra il Signore gli rende testimonianza e lo annuncia agli altri… il testimone di Cristo è uno che ha udito , veduto, contemplato, toccato il Signore della vita, uno che ha incontrato Cristo e si è lasciato “afferrare da Lui” e da quel giorno ha cambiato direzione alla propria vita. Il testimone non ha una teoria da dimostrare, ma una storia da raccontare” (Risplenda la vostra luce… pag. 11)

Storia segnata dall’incontro di due fedeltà: la sua e quella di Dio!

E’ questa la sua risposta all’Amore!

In un contesto storico in cui la parola amore ha perso il suo significato autentico per assumere spesso significati, forme che lo impoveriscono, anime come Alfonsa diventano proposta e provocazione e proposta e provocazione può essere questo opuscolo che va consigliato a quanti sentono l’esigenza di rivitalizzare il loro quotidiano, a quanti non riescono a scendere a compromessi con il relativismo e l’individualismo imperanti, farà bene a tutti leggerlo per confermarsi nell’idea che solo il riconoscimento del primato di Dio nella propria vita può appagare la sete di felicità, il bisogno di realizzazione, la speranza di tempi nuovi che l’uomo da sempre si porta dentro. Alfonsa conferma con il suo modo di essere, pensare, agire ed amare che Dio è la risposta definitiva a tutti gli interrogativi dell’uomo, la sua è una spiritualità che nella radicalità del dono apre strade nuove, indica sentieri affascinanti, diventa proposta vocazionale, è quindi anche un opuscolo per quei giovani che sanno accettare la sfida contro il tutto facile, contro il tutto e subito, contro l’usa e getta, per quei giovani che sentono il fascino del divino, del soprannaturale, dell’eterno che non sono valori passati di moda, basta saperli vivere e, quindi, riproporli! In fondo la santità è un progetto sempre giovane perché vive dell’eterna giovinezza di Dio, allora i giovani non solo possono capirne il linguaggio ma sentirne l’esigenza e per questo hanno il diritto di avere intorno persone che parlino loro di santità non solo con le parole ma soprattutto con la vita, più da testimoni che da maestri come affermava Paolo VI e, come la stessa autrice ricorda. 

La giovinezza per sua natura non ama il compromesso e le mezze misure; proponiamo, allora ai nostri giovani “mete alte”, “orizzonti sconfinati” e questo opuscolo, pur nella sua semplicità ha, anche, questo pregio! Non si scrivono agiografie, cioè vite di santi, solo per apoteosi o per vanto… la Santa Madre Chiesa offre, attraverso i suoi santi, quelli dichiarati tali e quelli avviati sulla strada del riconoscimento delle loro virtù vissute in modo eroico, il dono, l’opportunità di accogliere il messaggio della santità non come un optional ma come un traguardo, non come evento straordinario ma come <<misura della vita cristiana ordinaria>> (NMI n° 31); un cristiano che non tende a questa meta è un cristiano fallito… è per questo che <<le vie della santità sono molteplici e adatte alla vocazione di ciascuno…>> (NMI n° 31); la vera santità si costruisce, allora, su una umanità vera, realizzata, integrata e in Alfonsa di Gesù Bambino non c’era niente di  ostentato, di artefatto, tutto in lei era normale perché tutto era naturale e spontaneo; in un perfetto equilibrio ella ha saputo nel nascondimento sublimare le cose semplici e con umiltà semplificare le cose sublimi.

E’ questo il segreto della sua santità!

Mentre con fiducia si prega e si attende quel momento in cui la Chiesa che sta indagando si pronuncerà positivamente sulla “fama di santità” di suor Maria Alfonsa, benedico, quanti si adoperano perché sempre più persone possano conoscerla, amarla, affidarsi a lei, chiedere la sua intercessione e così, manifestandosi per mezzo suo la Misericordia di Dio, Ella possa essere <<glorificata nel suo Regno ed anche sulla terra>>.

Messina, 1 Novembre 2009

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